L’uso dell’olio extra vergine di oliva al di fuori del modello della dieta mediterranea non era ancora stato studiato prima dello studio epidemiologico Premined. Tale studio ha dimostrato con certezza che l’olio extra vergine di oliva (EVO), da solo svolge un effetto protettivo autonomo e aggiuntivo rispetto alla dieta mediterranea nei confronti delle malattie cardiovascolari.
Il dato medico, e in particolare i dati di letteratura scientifica di buon livello riguardanti l’EVO, l’olio extra vergine di oliva, non sono facili da trovare, a causa della gran confusione che regna nella letteratura cosidetta “scientifica”. Gran parte di questa letteratura medica di buon livello riguarda l’olio d’oliva associato alla dieta mediterranea, nell’ambito della quale l’EVO costituisce una importante componente. Le popolazioni che si alimentano in modo mediterraneo, ovvero con molta verdura, frutta, legumi, cereali integrali, poca carne rossa e pollame, olio di oliva e vino rosso hanno una minor incidenza di malattie cardiovascolari e oncologiche. Quanta parte di questo beneficio in termini di riduzione di malattie dipende dall’ EVO? La risposta scientifica certa a questa domanda non era stata ancora data, anche se molti elementi deponevano a favore di tale ipotesi.
Due grandi studi epidemiologici il LYON HEART STUDY del 1999 e il PREDIMED STUDY del 2014 hanno confermato in modo inoppugnabile il ruolo protettivo della dieta mediterranea e della componente olio di oliva nel ridurre in modo significativo il rischio di eventi cardiovascolari. Esiste poi una miriade di altri piccoli studi di natura biochimica che in generale hanno mostrato un effetto protettivo dell’EVO rispetto ad altri grassi in particolare grassi saturi e acidi grassi trans.
Non dobbiamo dimenticare che non esistono studi che abbiano dimostrato un effetto negativo o peggiore della dieta mediterranea o dell’olio di oliva rispetto ad altri nutrienti o modelli alimentari.
Non esistono quindi dati sfavorevoli o negativi sull’EVO nella letteratura medica selezionata. Vi è inoltre in questi ultimi anni nella letteratura medica una tendenza a non limitare l’osservazione ad un singolo nutriente ma analizzare la risposta epidemiologica ad un alimento o un modello alimentare. Quindi la dieta mediterranea emerge sempre più come un modello alimentare privilegiato ai fini preventivi sia nel settore cardiovascolare che oncologico ed è indissolubilmente legata all’olio EVO.
Va detto tuttavia che l’uso dell’EVO al di fuori di questo modello non era ancora stato studiato prima dello studio PREDIMED. Tale studio ha dimostrato con certezza che l’EVO, da solo, svolge un effetto protettivo autonomo e aggiuntivo rispetto alla dieta mediterranea nei confronti delle malattie cardiovascolari. Ovvero la dieta mediterranea fa bene per le malattie cardiovascolari ma l’aggiunta di EVO fa ancora meglio.Era quello che molti pensavano ma che non era stato ancora dimostrato. Tale studio, spagnolo, è stato citato e riportato in tutto il mondo con una vasta risonanza anche nei mezzi di comunicazione.
Sono naturalmente state fatte critiche come sempre avviene nella letteratura medica ma il bilancio netto è stato decisamente favorevole. L’EVO è e rimane profondamente integrato nell’habitat e nella cultura mediterranea che ha fornito le caratteristiche per ottenere certi risultati. L’olio di oliva si associa più facilmente e quasi naturalmente nella nostra cultura a verdure, cereali, legumi e aromi vegetali, di cui esalta sapori e profumi.
Non ha senso gareggiare con modelli e culture alimentari che hanno in sè elementi autolesivi dal punto di vista salutistico.