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La flora batterica intestinale

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Molti cardiologi non si preoccupano tutt’oggi dell’analisi del funzionamento intestinale al fine diagnosticare e curare le malattie cardiovascolari. Recentemente sono emersi studi che mostrano invece che la flora batterica intestinale gioca un ruolo importante nell’essere causa di eventuali malattie cardiovascolari. Un’alimentazione ricca di proteine animali può produrre lo sviluppo di una flora batterica intestinale putrefattiva, che produce un eccesso di trimetilammina (TMA) la quale viene assorbita dall’intestino e ossidata nel fegato a trimetilamminaossidasi (TMAO). La TMAO viene quindi dosata nel sangue e nelle urine. I soggetti che hanno valori alti di TMAO nelle urine hanno un rischio significativamente aumentato di eventi cardiovascolari indipendentemente dai comuni fattori di rischio cardiovascolari.

Il cardiologo deve perciò iniziare ad occuparsi anche della flora intestinale dei propri pazienti, in particolare in coloro che hanno avuto o sono a rischio di avere eventi cardiovascolari e non hanno una significativa presenza di fattori di rischio. Un intestino irregolare o pigro con cronica tendenza alla stipsi, diverticoli intestinali, colorati funzionali e colopatie infiammatorie devono indurre il cardiologo a regolare al meglio la funzione intestinale. Si dovrà orientare il paziente verso una alimentazione corretta di tipo antinfiammatorio per lo sviluppo di una flora fermentativa di tipo buono che prenda il sopravvento sulla flora cattiva. L’uso dei probiotici, fermenti utili allo sviluppo di una flora favorevole, dovrà diventare uno strumento di uso comune per il cardiologo.

La pratica clinica ci ha rapidamente insegnato che proprio in coloro che hanno avuto un evento cardiovascolare e non hanno fattori di rischio le irregolarità della funzione intestinale sono molto frequenti. Per ora sappiamo che dobbiamo regolarizzare al meglio la funzione intestinale dei nostri pazienti, in attesa di futuri sviluppi. E’ buffo pensare all’approccio del vecchio medico di famiglia o dei medici dei paesi sottosviluppati che per prima cosa chiedono “Come va l’intestino?”. Forse stiamo perdendo di vista ciò che è veramente importante.